martedì 26 maggio 2015

GRANDE SUCCESSO DELLA CENA DI AUTOFINANZIAMENTO

Una piacevole serata la cena di venerdì 22 maggio.
L'atmosfera che si respirava era più quella di un gruppo di amici ( per fortuna piuttosto numeroso...) che condivide esperienze e racconti, ride delle battute, si confronta sui problemi, piuttosto che quella tipica, a volte un po' "ingessata", di una cena di autofinanziamento.
Ringraziamo tutti i partecipanti, che ci spingono a cercare di fare sempre di più e meglio.

domenica 24 maggio 2015

DAI BILANCI DEL COMUNE ALLE MODIFICHE ALLO STATUTO DI HERA: IL CONTRIBUTO IN CONSIGLIO DI SINISTRA ECOLOGIA PER CASTEL MAGGIORE

I Consigli Comunali di marzo e aprile hanno avuto al centro la discussione dei Bilanci preventivo 2015 e consuntivo 2014 del nostro Comune. Del Bilancio di previsione mi colpisce il fatto che esista un'unica cifra stanziata dallo Stato a favore del nostro Comune: quella del Fondo di Solidarietà che ammonta a circa 550mila euro. Però, a fronte di quest'entrata, è previsto un trasferimento allo Stato di quasi 1 milione e 900mila euro per effetto dei maggiori incassi IMU, per cui “il fondo di solidarietà” sembra andare più dal nostro Comune a contribuire al bilancio centrale dello Stato che il contrario.
L'altra cifra che mi ha colpito riguarda la disponibilità di cassa del nostro Comune: 12.745.972,13 euro, addirittura in crescita costante nell’ultimo triennio! Tutti questi milioni accumulati in anni di amministrazione virtuosa, però, non possono essere utilizzati per fare gli investimenti perché bloccati dal Patto di Stabilità. In più, nel Bilancio Consuntivo 2014 è presente un avanzo di oltre 5milioni e 600mila euro che non può essere interamente utilizzato in spesa corrente poiché la legge impone alle amministrazioni di accantonare gran parte di queste cifre, destinandole ad un “fondo di garanzia” per tutelarle dal rischio di mancate entrate.

Alla fine dei conti, le uniche entrate su cui il Comune può realmente contare sono le imposte municipali Tasi e Imu e l’addizionale Irpef che risultano essere l'unico dato in crescita nel bilancio, ottenuto senza aumentare le tasse per i cittadini, grazie al lavoro congiunto di armonizzazione delle aliquote e di lotta ad evasione ed elusione.
Per aver raggiunto il difficile obiettivo di mantenere tutti i servizi per i cittadini senza aumentare il prelievo fiscale, il Bilancio consuntivo 2014 e quello di previsione 2015 hanno ottenuto il sostegno di Sinistra Ecologia per Castel Maggiore, perché siamo convinti che oggi “mantenere” vuol dire più che mai salvare, proteggere, resistere; vuol dire non far perdere qualità della vita ad un territorio e ad una comunità.
Nella seduta di marzo in cui è stato discusso anche il Bilancio Preventivo è stata presentata una delibera che chiedeva di modificare lo Statuto di HERA Spa ed approvare un nuovo Patto di Sindacato (l'accordo che lega tra loro i soci pubblici). La premessa è che la Legge finanziaria del Governo Renzi ha dato quest'anno la possibilità agli Enti pubblici di vendere le loro partecipazioni azionarie ed utilizzarne i proventi al di fuori del Patto di Stabilità.
La modifica dello Statuto di HERA presentata anche al nostro Consiglio prevede che, attraverso il cosiddetto “voto maggiorato”, un azionista che possiede azioni per un periodo superiore a due anni possa esprimere due voti anziché uno: un “escamotage” pensato per dare la possibilità ai Comuni, strangolati dal Patto di Stabilità e impossibilitati ad effettuare investimenti, di vendere le proprie azioni con l'illusione di poter mantenere il controllo di HERA anche col 35% del capitale (oggi siamo al 51%). In questo caso Sinistra Ecologia per Castel Maggiore ha espresso un voto contrario, perché pensiamo che il Governo nazionale faccia il gioco delle tre carte: da una parte prova a contenere il debito pubblico tagliando le risorse degli Enti locali, dall'altra offre loro la possibilità di fare investimenti solo vendendo azioni delle società partecipate, proprio perché i soldi ricavati da questa vendita sono esclusi dal Patto di Stabilità. In pratica, invece di modificare il meccanismo del Patto come più volte promesso dallo stesso Renzi (un ex-Sindaco), si mettono sotto ricatto i Comuni, chiedendogli di barattare i propri gioielli di famiglia con la possibilità di tornare a fare opere pubbliche e inducendo di fatto privatizzazioni striscianti in settori chiave come quelli dell'energia, dell'acqua e dei rifiuti, già peraltro oggetto di referendum popolare nel 2011. Come se non bastasse, questa decisione diventa ancora più negativa se la caliamo su un Comune come il nostro, che ha un'enorme disponibilità di cassa inutilizzabile: prima di chiedere di vendere delle azioni, il Governo dovrebbe pensare a rendere spendibili i milioni che gli Enti virtuosi hanno già da parte! Siamo contenti che alla fine anche il Comune di Bologna, capofila dell'ipotesi della vendita, sia tornato sui suoi passi, e che un importante sindacato come la CGIL si sia espresso negativamente su questa scelta. Dire no però non basta, anche perché HERA così com'è non ci piace: una sinistra che vuole essere di governo deve essere in grado di proporre un'alternativa al modello della grande società lontana dai territori, votata al profitto e quotata in borsa, lavorando ad esempio alla costituzione di una nuova società multiutility interamente pubblica come stanno facendo nelle province di Reggio Emilia e Forlì. Poco più di 10 anni fa proprio il nostro Comune ebbe la lungimirante idea insieme ad altri Enti coraggiosi di costituire Geovest, garantendo in questo modo al nostro territorio un servizio più efficiente ed economico di quello di HERA. Ora è il momento di fare lo stesso su scala più vasta, tornando a pensare in grande (e la nuova dimensione istituzionale di Bologna metropolitana consente di farlo) per rimettere al centro la politica.
Marisita Di Iacovo
Capogruppo Sinistra Ecologia per Castel Maggiore
mariateresa.diiacovo@comune.castel-maggiore.bo.it - sinistraecologiapercm@gmail.com
http://sinistraecologiapercm.blogspot.com
Facebook: Sinistra Ecologia per Castel Maggiore

martedì 19 maggio 2015

Caro Renzi la tua #CattivaScuola proprio NON VA

Il prof. Cocchi, del Comitato Nazionale per la Scuola della Costituzione, sostenitore della Legge di Iniziativa Popolare sulla scuola e protagonista dell'incontro di 2 settimane fa tra gli insegnanti e Renzi alla Festa dell'Unità di Bologna,in questo video smonta punto per punto la contro-riforma del governo e smaschera il "finto maestro" Matteo.
L'impegno quotidiano e la passione, rispondono alla supponenza.Buona visione.

mercoledì 13 maggio 2015

TUTTI a CENA con SECM !

SECM è lieta di invitarvi ad una serata nella quale il nostro modo "pulito" di finanziare le iniziative politiche si accompagna alla possibilità per voi di trascorrere una piacevole serata in compagnia dei vostri amici gustando le prelibatezze tipiche del nostro territorio.

Non potete assolutamente mancare...

mercoledì 6 maggio 2015

Renzi CONTRO #laVERABuonaScuola



"Il popolo della scuola che ... è sceso in piazza ha solo una cosa da "garantire", la più preziosa e irrinunciabile: il futuro di quegli studenti, di quei figli, il futuro di un sapere libero e critico."

Il ddl di Renzi sulla scuola anzichè ridare risorse,dignità e centralità all'istruzione si muove in continuità con il disegno di indebolimento della scuola pubblica della Gelmini. La nostra profonda critica non nasce da motivi ideologici ma, come sempre, si riferisce al merito di quanto in esso contenuto.Per rendersene conto sarebbe stato sufficiente ascoltare e aprirsi ad un confronto vero con insegnanti e studenti con l'umiltà e l'intelligenza di chi davvero ha a cuore i problemi della scuola.

Pubblichiamo un contributo sulla giornata di ieri tratto dal sito di Nichi Vendola

Consiglio al Governo e al Partito Democratico di guardare bene le piazze di oggi (ieri n.d.r.) riempite ovunque dallo sciopero della scuola. Consiglio di farlo perché il gioco a puro uso mediatico della riforma che i sindacati "non hanno letto", il gioco propagandistico delle resistenze corporative di chi si oppone al radioso cambiamento che ora tocca ai banchi di scuola, questa volta è un discorso che proprio non funziona da nessuna parte.

Piazze di gente libera e democratica, pacifica e motivata, piazze vive di docenti e di studenti, di genitori e di operatori scolastici. Il gioco dei "garantiti" che protestano e si oppongono dicendo sempre e solo "no" stavolta sarà, per il governo, tutto a perdere. Il popolo della scuola che oggi è sceso in piazza ha solo una cosa da "garantire", la più preziosa e irrinunciabile: il futuro di quegli studenti, di quei figli, il futuro di un sapere libero e critico.

È lì, dentro quella fabbrica del futuro che è la scuola, che si costruisce, giorno per giorno, l'avvenire del Paese, che si misura lo spazio della sua libertà, il valore dell'uguaglianza, il livello reale della democrazia. E la "garanzia" di questo senso del futuro è scritta una volta per tutte nella Costituzione, di cui la scuola è "organo" essenziale, fondativo dell'identità stessa del Paese. E' precisamente questo pilastro portante che la "riforma" del Governo intende scardinare, praticando la medesima logica - l'unica che fin qui Renzi dimostra di possedere - messa in atto ieri con la legge elettorale e prima con quella sul lavoro. Al fondo vi è il modello, che non si può definire se non autoritario, dell'uomo solo al comando.

Il comando della politica nel governo del Paese come il comando nella fabbrica e adesso nella scuola. Il comando che accentra su di sé ogni potere di scelta, di decisione, un comando che apre le porte all'arbitrio.

Cos'è la nuova funzione del preside che il Governo propone se non la prefigurazione di un sistema scolastico autoritario nel quale l'uomo solo al comando dell'istituto scolastico procede alla chiamata diretta degli insegnanti e in nome di un "merito" indefinito li sottopone ad una valutazione del tutto esposta a criteri e parametri personalistici?

Quegli insegnanti continueranno, con questa riforma, ad essere i meno pagati di tutta Europa, dato che il capitolo delle risorse finanziarie, già ridotto all'osso, rimane tutto da scrivere. Per non dire delle risorse umane, "tagliate" tra docenti e personale ausiliario negli ultimi anni di quasi 130 mila unità. Un esodo che impoverisce la scuola pubblica, ne restringe la capacità critica, penalizza studenti e famiglie, separa il centro dalla periferia, accresce proprio a partire dal diritto al sapere e allo studio le diseguaglianze che da solco già profondo si tramuteranno ben presto in una crepa di divisioni e discriminazioni.

"E su di noi ora chi investirà?", si chiedono gli insegnanti di quelle tante scuole di periferia, di frontiera sociale, di bisogno formativo primario, dinanzi alla scelta del governo di destinare il 5 per mille alle scuole private o di donare ai singoli istituti.

Se consiglio al Governo di guardare bene alla domanda che pongono le tante piazze di oggi è perché dev'essere chiaro che con questa partita che si apre sulla scuola siamo giunti alla chiusura del cerchio. Non varrà il contrappeso del ricatto sui 100 mila precari, il governo non ha necessità di questa pessima proposta di riforma per assumerli, può farlo subito, per decreto, ed è anzi già in ritardo. Voglio dirlo usando il tono e le parole giuste e chiare: se la nostra battaglia sulla legge elettorale è stata ferma, quella che ora si apre sulla scuola lo sarà ancora di più.

In nome di un principio che racchiude l'idea di politica che abbiamo: "Educare i ragazzi all'ambizione di diventare sovrani". Il testo di questa riforma l'abbiamo letto attentamente. E' piuttosto chi l'ha scritta che non ha mai letto davvero don Milani.

Nichi Vendola 05/05/2015